Il mio primo computer è stato il Commodore Vic 20, e la maggior parte dei ragazzi attuali si chiederà : e cosa era ? una tastiera ?
In quei tempi, primi anni 80, la maggior parte degli Home Computers, così venivano chiamati, erano composti da una unità che comprendeva la tastiera e all’interno la scheda madre con i chips per il Sistema Operativo e per la Grafica.
In quegli anni erano usciti anche l’Apple II, il Texas Instruments TI-99, ed inseguito anche il Commodore 64 di cui parlerò in un altro articolo.
Queste erano le sue caratteristiche :
Presentazione: | June 1980 |
Uscita: | January 1981 |
Prezzo: | US $299 |
CPU: | MOS 6502, 1MHz |
RAM: | 5K (3.5K for the user) |
Display: | 22 X 23 text, 176 X 184, 16 colors max |
Ports: | composite video, joystick, cartridge, user port, serial peripheral port |
Periferiche: | cassette recorder, printer, modem, external floppy drive |
OS: | ROM BASIC |
Guardando le caratteristiche del computer si notano varie cose che fanno oggi strabuccare gli occhi : la memoria era di 5 Kbytes (!!!), ed il display era di 22 righe per 23 caratteri e cioè la fantastica risoluzione di 176 x 184 pixels e con ben 16 colori.
Il Sistema Operativo era molto limitato, pochissimi comandi testuali.
Chiaramente questa unità andava collegata ad un televisore o a chi era più fortunato ad un monitor a colori.
Questa era la pubblicità che andava in onda in tv su questo computer per ragazzi :
Qui c’è anche un bel video che racconta cosa era il Vic 20 :
In quegli anni non esisteva Internet e per avere informazioni occorreva andare in libreria o in edicola e sperare che uscisse un manuale che spiegasse qualcosa, o qualche rivista che illustrasse con esempi come e cosa si poteva fare.
Mi passavo ore a leggere codice in queste riviste per capire meglio cosa significava programmare in Basic, e poi riversavo il codice sul computer per provare e provare.
Il mio problema maggiore era che questa macchina così come era fatta nella sua versione base, non aveva un dispositivo di memorizzazione (adesso tipicamente un hard disk …), e l’unica possibilità era di comprare il registratore per memorizzare in una cassettina il codice. Quindi scrivevo il codice sulla carta, poi lo copiavo sul computer, e facevo girare il programma ed eventualmente correggevo gli errori o le imperfezioni. Solo che una volta che spegnevo la macchina, perdevo tutto.
Allora gli Hard Disk esistevano solamente in sistemi altamente professionali e molto costosi.
Non erano previsti neanche i primi floppy disk per questi sistemi. Eravamo proprio agli albori della informatica e i mezzi a disposizione erano proprio pochini ….
Cosa si poteva fare con questo computer ? Beh, pochino, allora l’interfaccia era solamente di tipo caratteri ed il linguaggio base permetteva solo input e visualizzazioni, e chiaramente elaborazioni con i dati in memoria.
Da un libro (Alla Scoperta del Vic 20), ho poi scoperto alcuni comandi (Peek e Poke) che permettevano di scrivere a video caratteri costruiti bit per bit. Mi si aprì un mondo nuovo, potevo gestire graficamente il video e la prima cosa che feci, visto che studiavo Analisi Matematica alla facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino, era costruire un programma che, partendo da una funzione matematica, mi estraesse il grafico per verificare se l’analisi con derivate ed integrali, era corretta !!!
Potevo anche generare i primi oggetti disegnati graficamente e spostarli sul video, una cosa pazzesca allora !!!
Cercavo quindi di creare dei giochi in stile Space Invaders o fare grafici sulla base di dati come la classifica della Serie A aggiornata in tempo reale.
Tutte cose che ora fanno ridere, ma allora per avere qualcosa di meglio dovevi forse andare alla Nasa !
E’ stato il mio primo passo nel mondo dell’informatica e negli anni successivi sarebbero usciti computer decisamente più interessanti e che sarebbero entrati nella storia.